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"Siamo tutti esseri unici. È questo il fatto sorprendente. Impossibile sfuggire all'unicità e questa impossibilità è l'impronta dell'esistenza (...). Anche ciò che il cinema coglie è l'unicità di un gesto, di un movimento del corpo, di una voce, un silenzio, un'andatura". Queste parole di Luc Dardenne, tratte dal suo diario, indicano qual è il senso profondo di un cinema che, come nessun altro nella contemporaneità, ha saputo cogliere la singolarità del reale, facendo dell'imprevedibilità dell'incontro l'avvio di un processo di soggettivazione capace di trasformare il personaggio e il cinema stesso. La singolarità evenemenziale del reale non è qualcosa di immediato, ma effetto di un processo, che vede il personaggio passare attraverso la lotta per il riconoscimento (lavoro, paternità), e il cinema attraverso un denso lavoro di composizione.